I Sobborghi Della Russia Mancano Di Fascino... Che Potrebbe Essere Il Motivo Per Cui Sono Hotspot Creativi

Ogni russo ha ricordi dei sobborghi e i miei sono piuttosto diretti. Ho vissuto in un sobborgo nel sud-est di San Pietroburgo dall’età di cinque anni fino all’età di 10 anni. Ricordo di aver guardato fuori dalla finestra della cucina – al 12° piano di un grattacielo in mattoni beige – e di aver fissato un prato quadrato , attraversato da un sentiero diagonale, con altri due grattacieli assolutamente identici a destra ea sinistra. A volte arrivava un commerciante con un barile su ruote per vendere latte o kvas (una bevanda a base di pane fermentato) e persone minuscole con giacche minuscole, come perline su un filo, formavano una coda. C’era una collina che usavamo per lo slittino in inverno e, come ho scoperto in seguito, era fatta di spazzatura di un tempo in cui questa parte lontana della città aveva solo discariche e discariche. Dietro il pezzo d’erba c’erano file di garage di latta, e dietro i garage c’era il cielo polveroso attraversato da fili. Un paio di anni fa hanno costruito una grande autostrada che si estendeva sopra i garage, collegando il confine della mia infanzia con qualche altro confine.

Ho anche soggiornato in periferia un paio di volte durante i viaggi a Mosca da adulto. In estate, nello Yugozapadnaya, dove i grattacieli emergevano dagli alberi come chiese portoghesi abbandonate a Goa, giungle urbane sotto una pioggia tropicale senza fine. Poi, in inverno, alla Petrovsko-Razumovskaya, un angolo insopportabilmente cupo dell’universo dove ho dovuto prendere un filobus gelido dalla metropolitana per 15 minuti passando davanti a una fabbrica che produceva stampelle. Una volta, sono tornato da una festa verso le 7 del mattino, il mio ospite dormiva e ho passato 40 minuti perso nel vuoto congelato da nessuna parte alla ricerca della porta giusta: tutte le porte in tutte le tenute intorno erano assolutamente identiche, proprio come le tenute stesse .

Le periferie russe sono organizzate in banali ripetizioni. C’è una scuola, un paio di piccoli negozi, vialetti con enormi buche, giovani alberi irrimediabilmente magri e un’anziana portiera dai capelli grigi seduta al piano di sotto in un cubicolo di vetro pieno di piante d’appartamento, impotente a prevenire gli scoppi di violenza, rapine e droga sulle scale consumo.